Fotografo minimalista
Ognuno deve andare in una direzione che trova adatto a sé: essere un fotografo professionista è un percorso che dura una vita.Tutto quello che passa attraverso i nostri occhi viene filtrato dalla cultura, dai film, dalla musica e dalle esperienze che abbiamo vissuto.
All’inizio della mia carriera ho fatto una strada molto articolata: all’inizio ho studiato qualunque cosa, e usavo qualunque cosa! Zaini da 25 kili pieni di attrezzatura, da zoom a flash a pannelli.
Poi negli anni ho iniziato a focalizzarmi su quello che considero veramente importante, le emozioni. E per poterlo fare ho iniziato a ridurre per focalizzarmi meglio: via gli zoom, sostituito da due lenti fisse (ne parlo in maniera più approfondita qua), un flash solo; ogni tanto uso il drone (vedi la recensione del mavic mini) ma la base della mia fotografia non è l’attrezzatura ma il trovare un modo diverso di interpretare la realtà focalizzandomi con una certa visione che mi immagino quando vedo persone e situazioni.
Avere una borsa più leggera mi permette di focalizzarmi e invece di ragionare su quello che potrei usare mi focalizzo invece sulle persone e sulle emozioni che ho davanti facendo un lavoro migliore per la mia fotografia e il mio modo di comunicare.
Fotografare l’essenza, senza troppi fronzoli e senza perdere tempo!
Perché ho fatto questo salto?
Io devo passare la maggior parte del tempo focalizzandomi sulle persone. Non posso farlo se sono distratto da quintali di attrezzatura.Il comparto tecnico l’ho interiorizzato negli anni di professione, non ho bisogno di pensarci e ora voglio solo tirare su la macchina e scattare sapendo già il risultato che troverò nelle mie fotografie.
Quando ho deciso di cambiare?
Qualche anno fa ho scattato alcuni matrimoni intensi, molto piccoli, con totale libertà d’azione. Matrimoni in cui mi sono trovato emotivamente coinvolto, e il focus maggiore per me era non distrarmi nemmeno un secondo. Così ho tenuto i due obiettivi fissi attaccati ai due corpi macchina e serenamente ho lavorato con teleobiettivo e leggero grand’angolo.Quando ho riguardato le foto ho capito che quest’approccio è quello vincente, le foto erano incredibili e gli scatti erano più vicino a quello che reputo essere la fotografia che voglio perseguire.
Per scegliere gli obiettivi ho fatto un lavoro da “contabile” rianalizzando tutte le mie fotografie in passato e tirando fuori i dati ho visto che la maggior parte delle mie fotografie erano scattate a 35m e 85mm.
La fotografia proattiva
Il fotografo non è quella persona che guarda gli eventi e scatta quando vede che sta per succede qualcosa: questa è fotografia di reazione ma secondo me è sbagliata per un professionista.Il fotografo deve immaginare e prevedere tutto quello che sta per succedere, osservano le espressioni, ascoltando, sfruttando l’ambiente per prepararsi nella posizione migliore. Parola d’ordine anticipare!
Questo si riesce a fare grazie all’esperienza e grazie allo stare molto attenti; è molto stressante! Poi per fortuna si interiorizza e ci si abitua a tenere l’attenzione costantemente liquida unendo suoni e immagini per riuscire ad avere il polso della situazione.
Spesso gli sposi dicono: grazie che hai fotografato tutte queste scene, non le avevamo nemmeno viste!
Ricordo anche che il fotografo interpreta la realtà e per questo deve essere la persona nella stanza con più immaginazione di tutti a prescindere dal tipo di fotografia!
Interessarsi alla realtà
Perché non dicono io mi interesso? (cit. Caparezza).Secondo me per fotografare meglio bisogna essere ogni giorno persone migliori ed è difficile perché bisogna mettersi in discussione!
Per fotografare le persone bisogna essere interessati dalla loro vita, dai loro sogni, speranze e paure. Quando ci si avvicina all’essere umano allora si riduce la distanza emotiva e le foto che facciamo sono intense, diverse, incredibili.